|
|
|
|
|
Opera Click
|
Simone Manfredini |
|
Liederabend, Teatro alla Scala, Milano, 28. September 2018
|
Milano - Teatro alla Scala: Recital di Jonas Kaufmann |
|
Teatro alla Scala gremito per il concerto straordinario di Jonas Kaufmann
tutto dedicato alla liederistica di Otto e Novecento, repertorio
particolarmente congeniale al tenore monacense che lo esegue seguendo un
percorso quasi didascalico, così che lo spettatore possa osservare
l’evoluzione di un genere tanto caro alla mentalità germanica.
Si
parte da Franz Liszt, autore che amò moltissimo questa tipologia musicale,
tanto da farne una delle proprie cifre distintive. Appare subito evidente in
ognuna delle sue partiture la volontà di superare la tradizionale semplicità
attraverso una particolare attenzione al testo e ai suoi contenuti, anche
evidenziando tratti impetuosi, di dolente asprezza o di sofferta dissonanza.
A seguire i Rückert Lieder di Gustav Mahler, redatti dal loro autore
musicando componimenti del poeta di Schweinfurt, mentre si trovava costretto
ad un periodo di convalescenza: una sorta di mini-ciclo accomunato da una
grande omogeneità espressiva oltre che da una profondità interpretativa dei
nodi testuali ormai totalmente moderna.
Dopo l’intervallo la serata
riprende con un florilegio di Lieder composti da Hugo Wolf all’epoca del suo
innamoramento per Vally Franck e da questo sentimento influenzati, così che
in essi già appaiono quei tratti pienamente maturi che caratterizzeranno poi
le composizioni successive.
Strazianti i Vier letzte Lieder di
Richard Strauss che concludono il programma e che rappresentano un vero e
proprio congedo dalla vita del compositore ormai anziano. Im Abendrot si
conclude con la domanda ‘Ist was etwa der Tod?’, mentre il pianoforte con
una levità a dir poco superlativa mima le voci di due allodole in volo,
producendo in sala un silenzio di estatica meditazione.
Gli applausi
del pubblico sono scroscianti, molte spettatrici si avvicinano al palco per
elargire al tenore fiori o doni vari ed egli non si risparmia concedendo ben
sette bis, tre dei quali operistici, che scatenano vere e proprie ovazioni
in ogni ordine di posti.
La serata per Jonas Kaufmann è tutta un
crescendo dal punto di vista interpretativo. L’emissione è come sempre
omogenea in tutta la gamma, la traslucida venatura delle mezzevoci rivela
ora tratti malinconici ora rischiara di tenerezza alcuni passaggi, i
pianissimi rinforzati sul finale da crescendo magistrali restano un punto di
forza, unitamente alla capacità empatica ed interpretativa che a tratti va
un poco a discapito (in particolare modo nei bis operistici) della tecnica.
In ogni caso si tratta di una performance di straordinaria eleganza e ricca
di emozioni, davvero all’altezza della fama di uno dei divi del nostro
tempo.
Quello di Helmut Deutsch, in verità, non è un mero
accompagnamento, ma una vera e propria condivisione di intenti con Kaufmann
stesso. Artista di grande sensibilità ed eleganza, egli si è sicuramente
manifestato come un elemento portante e non secondario del successo di
questo concerto.
|
|
|
|
|
|
|