|
|
|
|
|
Classic Voice, ottobre 2013
|
ALBERTO MATTIOLI |
|
Verdi: Don Carlo, Salzburg, August 2013
|
Verdi - Don Carlo |
|
"Di fronte a questo autodafé minimal che sembra uscito dall'Ikea
viene davvero da strillare: ridateci Pizzi!"
Peter Stein ci
fa o ci è? C'è qualcosa che non quadra se pensa davvero di cavarsela così
per una delle due grandi produzioni dell'anno Verdi a Salisburgo. Il suo Don
Carlo è un preclaro esempio di non regia, di quelle dove il coro entra in
fila per due con il resto di tre e tutti fanno i soliti gesti da cantanti
d'opera (tranne Jonas Kaufmann, naturalmente, le cui controscene
sono talmente indovinate da far pensare che le abbia decise da solo).
Il problema ulteriore è che questa non regia è capito se Pappano sia davvero
un grande direttore; di certo, è un grandissimo direttore d'opera, con un
istinto teatrale, una capacità di sostenere il palcoscenico e una bravura
nel creare atmosfere che oggi ha pochi paragoni. È migliorato anche a
livello di scelte testuali: rispetto all'orrido pastrocchio del suo Don
Carlos parigino, questo è più coerente (o meno folle): sostanzialmente
Modena, dunque cinque atti in italiano, con l'aggiunta di qualche pezzo
ur-Parigi, compresi il Coro dei cacciatori e il Lacrymosa. Il tutto diretto
molto, molto bene. Peccato per una compagnia disomogenea. La scelta di Matti
Salminen come Filippo è folle e non pensavo di aver mai sentito cantare
(cantare?) Verdi così male finché non è arrivato Eric Halfvarson che fa
l'Inquisitore: per credere che il loro duetto fosse un pezzo del Don Carlo
bisognava controllare il programma di sala. Thomas Hampson è sempre
carismatico, elegante e gigione, ma cantare Posa senza il registro acuto è
complicato; nessun problema vocale invece per Ekaterina Semenchuk come
Eboli, però manca tutto il resto, a cominciare dal personaggio. Restano i
due protagonisti: Anja Harteros è un'ottima cantante, Jonas Kaufmann
un genio. Oltretutto, l'Infante gli sta bene non solo perché è uno dei
personaggi nevrotici nei quali super Jonas eccelle, ma anche perché,
vocalmente, tutte le improvvise fondate all'acuto non gli danno nessun
problema. Trionfissimo finale.
|
|
|
|
|
|
|