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Il Messaggero, 8 Dicembre 2012 |
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Wagner: Lohengrin, Teatro alla Scala, 7. Dezember 2012
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Teatro alla Scala, il Lohengrin incanta: quindici minuti di applausi
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Serata fredda e neve a Milano, dove non sono mancate le contestazioni dei disoccupati contro la crisi. Facci bloccato all'ingresso con la maschera di Sallusti. Inno di mameli alla fine dell'opera |
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MILANO - Quindici minuti di applausi ininterrotti al termine del Lohengrin
di Wagner che, con la direzione di Daniel Barenboim e la regia di Claus
Guth, ha inaugurato stasera la stagione scaligera. Un'ovazione per tutto il
cast degli interpreti, poi apertura di sipario con l'inno di Mameli cantato
da tutto il coro.
E' stato un successo la Prima alla Scala di Milano.
A conclusione del Lohengrin 15 minuti di applauso. E' stato anche eseguito
l'Inno di Mameli, suonato nonostante l'assenza del presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano. Sul palco si è radunato tutto il cast
dell'opera che ha cantato le note di Mameli mentre Baremboim dirigeva
l'orchestra. Terminato l'inno sono riprese le uscite dei protagonisti dello
spettacolo e sono continuati gli applausi.
Nessuna voce contraria per
un'opera che fin dal primo atto ha raccolto nei commenti del pubblico nel
foyer commenti generalmente positivi. Accoglienza particolarmente calorosa
dal pubblico per il maestro Daniel Barenboim, mentre qualche mormorio il
pubblico lo ha riservato alla regia di Claus Guth e alla scenografia.
«Wagner vince sempre quando si suona bene»: il direttore dell'orchestra
Daniel Barenboim ha così chiosato la prima del Lohengrin che ha aperto la
stagione scaligera. Il maestro non ha voluto riparlare delle polemiche sul
fatto che la Scala abbia aperto con un'opera di Wagner e non Verdi anche se
è il bicentenario della nascita di entrambi. Si è limitato a ripetere le
parole del presidente della repubblica Giorgio Napolitano che ha parlato di
«futile polemica». «E poi - ha aggiunto - Verdi è nato ad ottobre del 1813,
ora siamo nel 2012 e alla mia età i mesi contano». Molto più volentieri
Barenboim ha parlato della performance di Annette Dasch, il soprano corsa
ieri notte a Milano per sostituire Anja Harteros e Ann Petersen, entrambe
influenzate. «La conosco, è un'attrice favolosa - ha aggiunto Barenboim -,
una buonissima musicista e sarà una grandissima cantante wagneriana».
«Una serata stupenda, davvero bella, di solito le sorprese sono per il
pubblico, questa volta abbiamo avuto delle sorprese anche noi». Lo ha detto
Jonas Kaufmann, il Lohengrin dell'opera omonima di Wagner, andata in scena
questa sera alla Scala per l'apertura della stagione 2012/2013. La sorpresa
particolare a cui si è riferito il tenore è stata la sostituzione all'ultimo
momento dalla coprotagonista, Elsa, interpretata questa sera da Annet Dasch
dopo l'indisposizione della soprano titolare e della sua sostituta. «Per
fortuna io e lei avevamo già interpretato il Lohengrin in passato, quindi
non è stato molto difficile - ha detto Kaufmann - anche perchè c'è stato
pochissimo tempo per provare. Annet è arrivata ieri sera e oggi abbiamo
provato soprattutto il terzo atto che è anche quello più impegnativo».
Kaufmann è apparso molto soddisfatto, sorridente e felice. «Sì, può esserci
stata anche un po' di improvvisazione - ha ammesso - ma anche
l'improvvisazione in un'opera d'arte può essere positiva». A fine opera il
tenore ha cantato insieme al resto del cast l'Inno d'Italia suonato
dall'orchestra. «Non credevo neppure io di conoscerlo così bene - ha detto
Kaufmann - ma l'ho sentito tante di quelle volte che l'ho imparato a
memoria».
Per la prima è arrivato da Roma anche il premier Mario
Monti con la moglie Elsa. Non sono mancate le contestazioni che accompagnano
ogni anno la serata inaugurale scaligera. Tenuti a distanza nella piazza
transennata dalle forze dell'ordine si sono riuniti per esprimere il loro
disagio nel difficile momento economico, disoccupati e rappresentanti di
numerose aziende in crisi. Il freddo e la prima neve della stagione non
hanno dissuaso nessuno.
Il debutto del Lohengrin è stato segnato
anche da una serie di imprevisti che riguardano proprio uno dei ruoli
principali, quello di Elsa. Dopo Anja Harteros, indisposta, anche la sua
sostituta, Ann Petersen, ha dato forfait per una indisposizione e così in
nottata è arrivata da Berlino Annet Dasch, che dal 2010 interpreta il ruolo
wagneriano al festival di Bayreuth.
«Quello che ha fatto Annette
Dasch non è di questo mondo»: parola del regista Claus Guth, che così ha
reso omaggio alla soprano arrivata all'ultimo minuto per interpretare la
parte di Elsa, per l'indisposizione di Anja Harteros e poi di Ann Petersen.
È soddisfatto il regista per il risultato raggiunto dal Lohengrin. «La prima
del 7 dicembre - ha spiegato con un sorriso - è una cosa irrazionale, come
il Lohengrin». Lui descrive questo cavaliere come qualcuno in cui «ognuno
vuole vedere l'eroe, ma eroe non è».
Il soprano arrivato all'ultimo
secondo? «Fa parte del miracolo italiano», parola del francese Stephane
Lissner. Rispondendo alle domande dei giornalisti dopo lo spettacolo il
sovrintendente ha raccontato che Annette Dasch è stata contattata giovedì
pomeriggio ed è arrivata ieri sera alle 11. Poi ha avuto «un pensiero» per
Anja Harteros, la soprano titolare della parte «che ha lavorato tantissimo e
questa sera non poteva assolutamente cantare, con una influenza da più di
cinque giorni, anche gli antibiotici non l'hanno aiutata. Tornerà certamente
a cantare in Lohengrin - ha continuato - farà le ultime recite». A tutti i
componenti dello spettacolo, cantanti, coro e orchestra «dobbiamo dire tutti
grazie - ha detto Lissner - è stata una bella serata, dietro c'è anche il
lavoro di questi otto anni, per portare il teatro a questi traguardi».
Sollecitato dalle domande dei giornalisti, Lissner ha detto che «l'inno di
Mameli eseguito alla fine è stata una decisione presa dal punto di vista
musicale, per non rovinare la magia del preludio e anche perchè c'era il
desiderio di premiare il coro, portandolo sul palcoscenico. Ed è stato
emozionante per tutti». Ma è stato deciso durante l'opera? «Io credo che sia
meglio parlare dell'opera senza fare polemiche», è stata la risposta di
Lissner.
La sorpresa. Il giornalista Filippo Facci si è presentato
all'ingresso del teatro indossando una maschera con il volto del direttore
del Giornale, Alessandro Sallusti. «L'ho fatto - ha spiegato - perché vorrei
che anche lui fosse qui con noi». Facci è stato fermato all'ingresso dalle
forze dell'ordine, che non gli hanno permesso di entrare a teatro
mascherato.
Sfilata di celebrità. Alla prima, come annunciato, non
c'era il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per questioni
istituzionali, ma era presente una vasta fetta di governo e il gotha
dell'economia e della finanza italiana: oltre al premier Monti, non sono
voluti mancare i ministri Corrado Passera, Vittorio Grilli, Piero Giarda,
Lorenzo Ornaghi e Giulio Terzi. Presenti anche il sottosegretario Gianfranco
Polillo e il vicepresidente del Csm, Michele Vietti. Fra gli ospiti
stranieri c'era il ministro francese Aurèlie Filippetti, mentre era assente
il presidente della Commissione europea Josè Barroso, bloccato a Bruxelles
per la neve. Completavano la schiera dei politici locali il sindaco di
Milano, Giuliano Pisapia, e il presidente della Provincia di Milano Guido
Podestà.
Nutrita la schiera dei rappresentanti del mondo economico e
finanziario. Alla prima serata della nuova stagione del Piermarini sono
arrivati Giorgio Squinzi, Diana Bracco, Alberto Bombassei, Aurelio De
Laurentis, Fulvio Conti, Giuseppe Recchi, Claudio Costamagna e Gabriele
Galateri di Genola, Cesare Romiti e Giuseppe Sala. Fra i banchieri sono
presenti Andrea Beltratti, Enrico Cucchiani e Federico Ghizzoni. A
rappresentare il mondo dell'editoria, l'editore e presidente della
Adnkronos, Giuseppe Marra, accompagnato dalla moglie Angela Antonini e il
direttore del Corriere della sera, Ferruccio De Bortoli. Numerosi anche gli
esponenti del mondo dello spettacolo e della cultura: da Carla Fracci a
Valentina Cortese, da Marta Marzotto a Roberto Bolle. Tra i ritardatari si è
segnalato Lapo Elkann.
La Scala global. Un gruppo di 11 appassionati
di opera lirica sono arrivati dal Giappone per assistere al Lohengrin di
Milano. I giapponesi, vestiti con abiti tradizionali, hanno spiegato al
termine del primo atto di essere arrivati da Kobe e da altre città apposta
per assistere allo spettacolo perché «siamo grandi cultori della musica».
Le prime battute a metà opera. «Mi godo questa esecuzione fantastica, in
un tempio dell'arte, sono cose che fanno molto bene alla musica». La stella
della danza Carla Fracci ha commentato così il Lohengrin, conversando con i
giornalisti del foyer del Teatro alla Scala al termine del primo atto.
Secondo Carla Fracci la cantante Annette Dasch «se la sta cavando
benissimo». «A Napoli ho assistito alla Traviata di Verdi - ha proseguito -
ora ascolto Wagner e mi sento totalmente appagata». La rappresentazione con
la regia di Klaus Guth e la direzione di Daniel Baremboin ha convinto Eva
Wagner, pronipote del grande compositore tedesco. «Mi è piaciuta - ha detto
- moltissimo», ricordando che non è la prima volta che la stagione scaligera
si apre con un'opera wagneriana.
«La mia conoscenza dell'opera è
scarsa e non mi ritengo all'altezza di dare un giudizio», ha commentato Lapo
Elkann il Lohengrin, tra il primo e il secondo atto dell'opera nel foyer
della Scala. Sul fatto che quella in corso sia una prima all'insegna della
sobrietà anche per il momento economico e politico, Lapo Elkann ha
affermato: «Credo sia un momento di sobrietà, ma non credo sia l'ultimo
anno, il 2013 sarà un anno di sobrietà anche maggiore». «Impressionante.
Bellissima recita. Sia dal punto di vista musicale che della regia». È il
commento invece di Alexander Pereira, direttore del Festival di Salisburgo.
«Fra le voci - ha continuato Pereira - Kaufmann eccezionale, ma sono
all'altezza anche tutte le altre, compresa Elsa (Annet Dasch) che è arrivata
all'ultimo minuto. Nessuna critica: credo che la Scala debba essere felice
di una recita così». «Scenografia coraggiosa», è il giudizio di Umberto
Veronesi, l'oncologo direttore scientifico dell'Ieo, alla fine del secondo
atto. «La musica di Wagner è certamente meravigliosa e interpretata bene -
ha detto - Quanto alla scenografia la trovo un po' dura rispetto al
libretto, ma anche coraggiosa. Nel suo complesso però il mio giudizio è
assolutamente positivo».
«Una realizzazione scenografica di forte
emozione». questo il commento dell'architetto Mario Botta. «Mi sembra che
l'insieme di libretto, musica e scenografia raramente marciano così bene. Lo
scenografo, con pochissimi mezzi, ha saputo realizzare un paesaggio urbano,
un interno, un esterno. Realizzazione di forte emozione». «A prima vista -
ha continuato l'architetto che ha curato la ristrutturazione della Scala nel
2000 - sembra molto nordico, teutonico. Invece a mano a mano che l'opera
prosegue riesce a sottolineare uno stato emotivo, attraverso le luci e i
colori riesce a definire gli stati d'animo. Invece di costruire lo spazio,
evoca lo spazio».
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha
incontrato nel secondo intervallo gli artisti impegnati nel Lohengrin che
inaugura la stagione lirica della Scala. Monti, il sindaco di Milano
Giuliano Pisapia, i ministri Piero Giarda, Corrado Passera, Lorenzo Ornaghi
e Giulio Terzi sono andati all'atrio artisti dove hanno salutato i cantanti
e una delegazione degli orchestrali. E qui hanno avuto modo di parlare anche
con il ministro della Cultura francese Aurelie Filippetti. E in seguito con
il maestro Daniel Barenboim.
La battuta del premier. «Il Re Sole si è
un pò allontanato da me». Così, con una battuta, il presidente del Consiglio
Mario Monti, ha risposto a ilsole24ore.com - poco prima di assistere alla
Prima alla Scala - in merito alla situazione politica. La battuta, hanno
precisato fonti di governo, non era riferita alla politica, ma semmai alle
condizioni atmosferiche a Milano. La giornalista Lina Sotis - riferiscono le
stesse fonti - ha detto al capo del governo di averlo trovato un pò pallido.
E Monti ha risposto: «Il re Sole si è un pò allontanato da me».
La
curiosità. «L'ho fatto notare io»: così il ministro dello Sviluppo
economico, Corrado Passera, ha commentato il fatto che prima dell'inizio non
sia stato suonato l'inno di Mameli. «Mi hanno assicurato - ha spiegato
durante l'intervallo - che lo faranno alla fine». Marta Marzotto non riesce
a frenare una battuta sul premier Monti: «Forse per quello - ha detto -, in
questo momento non credo sia molto popolare». Marta Marzotto ha detto di
avere apprezzato tantissimo il «coro fantastico», meno la scenografia. «L'ho
vista 40 anni fa a Vienna, con la nave, con lui con il pennacchio. Questa -
ha concluso - mi sembra un po' dimessa».
La spiegazione. L'esecuzione
dell'inno è obbligatoria alla presenza del presidente della Repubblica o di
un capo di Stato straniero. Oggi alla prima della Scala non è presente il
presidente Giorgio Napolitano e nemmeno Josè Manuel Barroso, il presidente
della Commissione europea bloccato a Bruxelles per il maltempo. Nel caso sia
presente il premier, la scelta è a discrezione del direttore d'orchestra. E
questa sera, durante il primo intervallo, il presidente Mario Monti ha
parlato con Daniel Barenboim e hanno concordato insieme di farlo alla fine.
Una scelta artistica, per rispettare l'atmosfera dell'inizio del preludio di
Lohengrin. Nel 1999 ci furono alcune polemiche perché Riccardo Muti non si
sentì di suonare l'inno di Mameli prima del Fidelio che inaugurava la
stagione scaligera a cui assisteva il presidente della Repubblica Carlo
Azeglio Ciampi.
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