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L'Opera |
Nicola Salmoiraghi |
Verdi: Messa da Requiem, Zurigo, Tonhalle, 15/06/2008
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Danzando sulle onde dell’Atrove
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Successo trionfale alla Tonhalle per il Requiem verdiano diretto da un
Daniele Gatti in superbo stato di grazia e con un quartetto vocale
d’eccezione
Oltre dieci minuti di standing ovation alla Tonhalle di Zurigo, al termine
di una memorabile esecuzione della Messa da Requiem di Verdi con i
complessi dell’Opernhaus, Orchestra e Coro, in stato di grazia.
Stato di grazia dovuto, con ogni probabilità, alla straordinaria bacchetta
di Daniele Gatti, che ha consegnato del capolavoro verdiano una lettura di
sconvolgente intensità, in cui, letteralmente sembrava di sentire
«danzare» le onde della morte. Sonorità solenni, drammaticissime, intrise
di dolente spiritualità, si ammorbidivano improvvisamente in
accompagnamenti cesellati tra le ombre di una immaterialità notturna e
sfuggente, per aprirsi a cascate di suono scolpito, michelangiolesco,
eppure sempre di trasparente, limpidissima bellezza. Un Requiem solenne,
di lacerante profondità, eppure rasserenato nella matura consapevolezza
dell’Altrove. Ad ogni prova in cui lo ascoltiamo, Daniele Gatti si
conferma uno delle più grandi bacchette odierne.
Di assoluto prestigio il quartetto vocale riunito per l’occasione.
Fiorenza Cedolins, in forma smagliante dopo un periodo di «stop», ha
sfoggiato il timbro pieno e risonante che le conoscevamo, di bellissimo
colore, che il trascorrere degli anni ha reso un po’ più scuro e
drammatico. Ma la purezza lirica è rimasta intatta, così come l’imperioso
slancio del registro acuto e l’aerea bellezza di filati luminosi e
impalpabili, innervati su di un tecnica di prim’ordine dove fraseggio,
accento e incìsività convivono nell’armoniosa consapevolezza di una
maturità vocale di cui è il momento di raccogliere i migliori frutti
artistici.
Jonas Kaufmann è cantante di classe indiscutibile. Con la sua vocalità
particolare, di colore scuro, intrigante, a tratti quasi baritonale, il
tenore svetta in acuto con infallibile precisione ed è dispensatore di
mezzevoci preziose, nonché di intenzioni e rifiniture di raffinata
eleganza e musicalità. Ha attaccato, tra gli altri momenti di ricordare,
un «Hostias» di emozionante e quasi metafisica trascendenza, in cui
l’«artista», al di là del mero esecutore vocale, si palesava con il crisma
evidente della singolarità.
Roberto Scandiuzzi ci ha ricordato ancora una volta, se ce ne fosse stato
bisogno, cos’è un’autentica e meravigliosa voce di basso, una delle
pochissime attualmente in circolazione, purtroppo. Il colore è di qualità
magnifica, la compattezza e solidità del mezzo granitiche, l’autorevolezza
e l’incisività del fraseggiatore da manuale. Un cantante di caratura
superiore e levatura artistica tra le più alte degli ultimi decenni.
Un gradino sotto - ma solo un gradino e questo è, oggi, sorprendente... -
Agnes Baltsa. La cantante greca, con ormai una lunghissima carriera alle
spalle, è sempre stata, si sa, più un soprano corto che un autentico
mezzosoprano con una certa tendenza a cantare «sopra le righe». Eppure, la
zampata della leonessa è sempre in agguato e dal momento che la classe non
è acqua, anche in questa occasione abbiamo delibato dell’ottimo vino
d’annata. E pazienza, se in qualche momento, un retrogusto «acetoso» si
avvertiva...
Del successo al calor bianco si è detto.
Translation (thanks to Alina):
Jonas Kaufmann is a singer of undisputable style. With his particular
tonality of dark colouring, intriguing, sometimes almost baritonal, the
tenor ascends into acuti with infallible precision, while at the same time
displaying beautiful mezzavoci, rich with significance and nuances of
refined elegance and musicianship. Among other memorable moments, he
approached “Hostias” with an emotive and almost metaphysical dedication,
clearly growing beyond a mere vocal interpreter into an artist of
exquisite uniqueness. |
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