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Corriere della sera, 17 settembre 2023 |
di Giuseppina Manin |
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Jonas Kaufmann: «Canto il grande cinema, Claudia Cardinale mi ha fatto sognare» |
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Il tenore tedesco e il nuovo album «The Sound of Movies», uscito il
15 settembre per Sony: 22 brani da «Singin’ in the Rain» a «Il
Gladiatore»Kaufmann: «Passione natadai cartoon, Claudia Cardinale è stata la
diva dei miei sogni »
Ci si va per passione o per
disperazione. Per distrarsi, sognare, perdere tempo, guadagnarlo. Il cinema
funziona comunque. «Anche se sei solo, ti ritrovi sempre in un gruppo. Per
due ore ridi, piangi, ti commuovi, ti spaventi con dei perfetti sconosciuti.
La magia della sala è questa», riflette Jonas Kaufmann, re dei tenori,
innamorato del grande schermo al punto di dedicare il nuovo album ai film
della sua vita. Ventidue brani da titoli iconici, dal «Gladiatore» a
«Colazione da Tiffany», da «Nuovo cinema Paradiso» a «Mission», «Cantando
sotto la pioggia», «C’era una volta in America», raccolti in «The Sound of
Movies», pubbliato venerdì 15 settembre.
Come nasce questa
sua passione? «Con una storia di topi. Ero un bimbetto, i miei
mi portarono a vedere “Le avventure di Bianca e Bernie”, film Disney dove
una società di sorcetti con sede all’Onu organizza salvataggi per chi si
trova in difficoltà nel mondo. Mi piacque talmente da farmi comperare il
disco con le varie melodie. Che naturalmente cantavo a squarciagola».
Diciamo che dopo ha cambiato repertorio… «Sì, ma il
gusto di andare al cinema non l’ho perso. Anzi. Il mestiere del cantante ti
porta lontano per lunghi periodi, in città dove spesso non conosci nessuno.
Dopo le prove, ti ritrovi solo in albergo. E non ti resta che accendere la
tv o andare al cinema. Per anni ho alternato le due scelte, ho trangugiato
tanti film mediocri, ma ne ho gustato anche di meravigliosi».
«The Sound of Movies» non a caso è un omaggio a «The Sound of Music»
di Robert Wise, in italiano «Tutti insieme appassionatamente». Che brano ha
scelto? «Ovviamente “Edelweiss”. Nel film, uscito quando non ero
ancora nato, lo interpretava Christopher Plummer accompagnandosi con la
chitarra. Anni fa, mi avevano chiesto di cantarla in un concerto, convinti
che facesse parte del folklore austriaco. Mentre è frutto del genio di
Richard Rodgers, autore delle splendide musiche su testi di Oscar
Hammerstein. Incontro felice che fa di questo film un capolavoro senza
tempo».
Anche a rivederlo oggi? «L’ho proposto ai
miei figli di 15 e 17 anni anche se mia moglie Christiane sosteneva che non
avrebbero retto più di 10 minuti. Sono rimasti fino alla fine».
C’è un legame tra classica e musica da cinema? «Più di
uno. Eric Korngold, re delle colonne sonore a Hollywood tra gli anni ’30 e
’40, ha scritto opere importanti. Come “Die Tote Stadt”, che da poco ho
cantato a Monaco. Bernard Hermann, autore di musiche per Hitchcock, Wells,
Scorsese, ha composto molti brani sinfonici. Per non dire di Bernstein.
“West Side Story” è un vertice del musical, del cinema e del teatro lirico.
Tanta musica da film ha debiti con Puccini e Strauss».
Nella
sua compilation c’è pure Morricone... «Si considerava un
compositore classico, ma il successo lo ha avuto col cinema. Ha avuto la
fortuna d’incontrare Sergio Leone, come Rota Fellini».
Succede lo stesso tra l’opera e il regista? «Sarebbe
auspicabile. Ma oggi i registi spesso arrivano con idee prefabbricate sulla
trama».
Altri film del cuore? «“Il clan dei
siciliani” con il trio Gabin, Delon, Ventura. E un film che farei vedere a
tutti i giovani è “Uno, due, tre” di Billy Wilder, che denuncia le magagne
del regime comunista e del capitalismo americano».
La diva
che l’ha fatta sognare? «Claudia Cardinale. Quando l’ho
confessato ai miei figli, sono rimasti stupiti. L’ideale femminile è molto
cambiato. Ma la “mia ragazza” dello schermo era Liselotte Pulver, molto
carina, spesso in ruoli maschili».
Le serie tv insidiano il
grande schermo? «Sono due cose diverse, di recente ho apprezzato
“Crisi in sei scene” di Woody Allen e ora sto divorando la terza stagione di
“Only Murders in the Building”».
Il suo album lo porterà
anche in teatro? «Il 2 febbraio al San Carlo di Napoli, poi a
Monaco, Baden Baden, Praga. E a Napoli tornerò a aprile con il mio amico
Ludovic Tézier e Anna Netrebko».
Con Netrebko è prenotato nel
2024 anche alla Scala. «Il 29 novembre, insieme in un recital
diretto da Chailly, omaggio a Puccini».
Data molto vicina
all’apertura di stagione. Sarete voi i protagonisti del 7 dicembre 2024?
«Sì, ci saremo entrambi. Titolo ancora top secret».
(Zur letzten
Antwort: Der streng geheime Titel soll lt Operwire "La forza del destino"
sein.)
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