Un tenace e antico luogo comune considera l'apporto delle voci
nelle opere di Wagner qualcosa di obsoleto, una presenza
subordinata all'onnipossente orchestra. Nulla di più lontano
dalle intenzioni di Wagner. D'altronde lo stesso "canto" venne
considerato post mortem di Wagner dai Custodi di Bayreuth (Frau
Cosima in testa) un vezzo inutile, un'esigenza agli antipodi
della riforma voluta dal Maestro. Ma quanto contino i cantanti
lo misuriamo oggi, dove nel settore del tenore-eroico e dei
bassi profondi siamo in periodo di decisa carestia. Bene ha
fatto Valery Gergiev per l'esecuzione in forma di concerto della
Walküre, ad appoggiarsi su tre fuoriclasse. Ai tempi d'oro della
Bayreuth delle sue connazionali Varnay e Nilsson, la magnifica
Nina Stemme sarebbe stata considerata una Sieglinde perfetta. Ma
anche nelle belluine asprezze del ruolo essa dimostra di
appartenere alla "prima categoria" per plasticità di canto e
profondità di sentire. René Pape, dotato ancora di emissione
ferma, di centri sicuri, e aiutato dai tempi piuttosto
scorrevoli di Gergiev, dona di Wotan un ritratto completo, in
bilico fra scolpita autorità e intime pulsioni "umane': Il
Siegmund di Kaufmann è già entrato di diritto nella galleria dei
sommi interpreti, capace di mescolare l'ardore eroico a quello
erotico con eguale naturalezza. Da segnalare la classe vocale di
Ekaterina Gubanova nell'ingrato ruolo di Fricka, a cui dona
tutto lo splendore vocale dovuto al suo lignaggio di consorte di
Wotan. Partecipe e sentita la direzione di Gergiev, soprattutto
nel sublime finale.
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