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Connessi all'Opera, 12 Dicembre 2020 |
Stefano Balbiani |
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It’s Christmas! – Jonas Kaufmann, tenore
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Il divo Jonas Kaufmann celebra la magia del Natale. È uscita poche
settimane fa, per l’etichetta Sony Classical, la prima registrazione
natalizia del tenore tedesco, il doppio disco It’s Christmas!, sulla cui
copertina rossa campeggia a mezzo busto uno spensierato Jonas, in abito
da sera, intento a soffiare i fiocchi di neve dalla propria mano verso
l’osservatore. Quella dei CD a tema Natale è, se vogliamo, una prassi di
lunga data: basti pensare, per esempio, a quanto realizzato dai Tre
Tenori Domingo-Carreras-Pavarotti, oppure da Leontyne Price diretta da
Herbert von Karajan. Il nostro album è un ricco florilegio di canti
della tradizione tedesca, oltre a brani in inglese, francese, italiano,
latino e svedese, per un totale di quarantadue tracce; Kaufmann delinea,
così, un ritratto intimo, personale e sfaccettato del Natale, spaziando
con gusto e intelligenza da Händel a Gustav Holst, da Michael Praetorius
a Irving Berlin, da Martin Lutero a Mariah Carey, da Bach a Jule Styne.
Stando all’ascolto, l’incisione conferma tutte le caratteristiche
dell’artista bavarese. La vocalità, di ammaliante tinta brunita, risuona
robusta e ben timbrata, bronzea nel registro medio-grave e squillante in
quello acuto; l’intonazione è solida, le suadenti smorzature di suono
risultano puntuali e sfumate con precisione e senza sbavature; la linea
di canto è salda ed efficace. Il fraseggio si rivela un vero e proprio
caleidoscopio di inflessioni, accenti, colori, interpretando Kaufmann
ogni singolo componimento con espressività al calor bianco, plasmando il
proprio canto con una notevole aderenza al testo, reso con una dizione
nitida ed esatta. Ammirevole è, infine, la poliedricità del tenore, che
esegue con estrema naturalezza un repertorio ampio e vario, che copre un
arco temporale di oltre cinque secoli, destreggiandosi con disinvoltura
tra musica classica, canzoni popolari, singoli pop ed evergreen della
tradizione natalizia.
In un palinsesto così corposo, piace almeno
ricordare qualche traccia; il primo disco è imperniato su carole del
mondo tedescofono. In “Engel haben Himmelslieder”, accanto alla voce
angelicata e pura dei St. Florianer Sängerknaben diretti da Franz
Farnberger, si apprezza una linea canora vigorosa e sonora, mentre nella
successiva “Süßer die Glocken nie klingen” il canto si fa più delicato e
introspettivo, con messe di voce alleggerite. In “Tochter Zion, freue
dich”, su musica di Georg Friedrich Händel, l’interpretazione solenne e
sentita di Kaufmann si amalgama con la prestazione inappuntabile del
Bachchor Salzburg, guidato da Alois Glaßner. I ritmi festanti e vivaci
di “Ihr Kinderlein, kommet” si tramutano, nella sognante “Vom Himmel
hoch, o Englein, kommt!”, in una melodia maggiormente ariosa, nella
quale il tenore esibisce una cantabilità cullante e dolce, mentre in
“Lasst uns froh und munter sein”, complice l’intervento dei St.
Florianer Sängerknaben, si ascolta una ritmica brillante e fresca, a
tratti sbarazzina, riscontrabile anche in “Morgen, Kinder, wird’s was
geben”, dove il divo insiste su di una vocalità in punta di pennello e
cesellata con brio. Una musicalità rifinita e una lettura solenne, di
sapore quasi chiesastico, caratterizzano “Ich steh an deiner Krippen
hier”, su melodia del 1736 di Johann Sebastian Bach, con i suggestivi
inserti corali delle voci bianche dei St. Florianer Sängerknaben; in “O
du fröhliche” apprezziamo gli interventi del Bachchor Salzburg e un
fraseggiare sostenuto e vivido, che si stempera nella traccia
successiva, “Still, still, still”, in mezzevoci dai tenui color pastello
e dalla consistenza impalpabile di un pizzo. Dall’andamento ieratico e
corposo di “O Heiland, reiß die Himmel auf” viriamo verso il tintinnio
dai bagliori argentini di “Kling, Glökchen, klingelingeling” e verso il
meditabondo, malinconico incedere di “Maria durch ein Dornwald ging”,
illuminato dalle messe di voce cristalline dei St. Florianer
Sängerknaben. Nella celebre “O Tannenbaum”, Kaufmann esibisce un canto
robusto e squillante che, nella toccante “Stille Nacht”, si attenua in
una linea maggiormente morbida, con un’emissione controllata e soffici
smorzature.
Il secondo disco si apre con una resa enfatica di
“Adeste, fideles/O Come, All Ye Faithful” (in latino, tedesco e
inglese), e con l’estrema raffinatezza del “Cantique de Noël” di Adolphe
Adam, costellato di acuti sfolgoranti e pieni, cantato in francese e in
inglese. Una gradevole rarità è il brano scandinavo “Nu tändas tusen
juleljus”, nel quale risalta soprattutto la brunitura tipica del timbro
di Kaufmann, mentre in “Entre le boeuf et l’âne gris” si apprezza un
fraseggio squisitamente sfumato, ravvisabile anche in “Silent Night”,
dove il tonnellaggio della voce è alleggerito con grazia in suoni lievi.
Seguono tre grandi classici: “White Christmas”, affrontato con lento
ritmo danzante; “Jingle Bells”, improntato a un’atmosfera ammiccante;
“Have Yourself a Merry Little Christmas”, che subito ci fa venire in
mente la splendida Judy Garland in Meet Me in St. Louis, reso dal tenore
in una godibile versione a tratti swing. Uno schietto mood di sapore
jazz e note alte lucenti caratterizzano “Winter Wonderland” e “Let It
Snow! Let It Snow! Let It Snow”, interpretato quest’ultimo con
scioltezza e freschezza. Chiude il disco un arrangiamento potentemente
espressivo di “All I Want for Christmas Is You”, in cui il cantante
insiste su di una recitazione intensa e doviziosa di accenti.
In
questo viaggio musicale, Jonas Kaufmann è egregiamente accompagnato
dalla Mozarteumorchester Salzburg, diretta con puntualità ed estro da
Jochen Rieder, che appresta un tappeto sonoro avvolgente e,
all’occorrenza, vivace; apprezzabili gli interventi solistici di Florian
Pedarnig (arpa). In alcune tracce si distingue l’effervescenza della
Cologne Studio Big Band, guidata con spigliatezza da Wieland Reissmann e
abbellita dagli inserti alla tromba e al flicorno soprano di Till
Brönner. La deluxe edition è arricchita da un ampio libretto in
tedesco, inglese e francese. In esso, oltre a i testi delle canzoni, è
presente una nota introduttiva a firma del tenore inerente il Natale,
impreziosita da ritratti di Kaufmann (realizzati da Gregor Hohenberg) e
da fotografie di Jonas da bambino, nella quale l’artista ricorda
l’Avvento e le festività natalizie trascorsi in famiglia, fra carole
intonate attorno all’albero addobbato, luci sfavillanti e travestimenti
da Babbo Natale. Il booklet espone, inoltre, poesie a tema di Theodor
Fontane, Rainer Maria Rilke, Anna Ritter, e quattro gustose ricette di
dolci, dalle Wiener Vanillekipferl (tradizionali biscotti natalizi alle
mandorle e alla vaniglia, a forma di croissant, tipici dell’area
tedescofona-boema) agli Spitzbuben, deliziosi biscottini altoatesini di
pastafrolla ripieni di marmellata di fragole, sino alle Zimtsterne,
stelle di cannella, mandorle e kirsch. In conclusione, l’album si
dimostra un godibilissimo, interessante e riuscito omaggio a una delle
festività forse più attese e amate da tutti: un seducente itinerario tra
musiche, immagini e sapori, sapientemente interpretato da uno dei
cantanti più in voga dell’odierno panorama teatrale. |
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