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giornale della musica, 28 GENNAIO 2020 |
Alma Torretta |
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Konzert, "Mein Wien", Brüssel, 26. Januar 2020
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Kaufmann il viennese a Bruxelles |
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Lunghi appalusi per il tenore che canta Vienna |
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Si porta spesso la mano alla gola come per trattenere dei colpi di tosse,
sopratutto nella prima parte del concerto, ma è li e, anche se non in piena
forma, non ha disdetto e deluso i suoi fans, come era appena già succeso di
nuovo da pochi giorni, il 18 gennaio scorso, con la cancellazione della
tappa di Norimberga. Il concerto al Bozar di Bruxelles del tour mondiale di
Jonas Kaufmann di presentazione del suo ultimo disco dedicato alla “sua”
Vienna (Wien, edito da Sony Classical e registrato con la Filarmonica di
Vienna diretta da Adam Fischer) sarà infine un vero successo, con
lunghissimi applausi che lo porteranno a concedere ben quattro altri piccoli
brani fuori programma come bis. Se, come si sa, Kaufmann è tedesco, nato a
Monaco, sua madre sin da piccolo gli ha trasmesso il gusto per le operette
viennesi, e Jonas ne canterà molte all’inizio della sua carriera. Un disco,
ed un concerto, che per il tenore sono una sorta di omaggio alle sue origini
musicali, con un repertorio perfetto oggi per la sua voce e l’affinata
capacità interpretativa, carica di sfumature ed ironia. Al suo fianco a
Bruxelles il soprano tedesco Rachel Willis-Sørensen e l’Orchestra
filarmonica di Praga sotto la bacchetta di Jochen Rieder, la prima davvero
una bella voce che sovrasta Kaufmann nel primo tempo per capacità tecniche,
la seconda diretta a tratti con un po’ troppo d’enfasi e vivacità, ma al
pubblico in sala non sembra dispiacere essere travolto e lasciarsi
trascinare in assai veloci valzer e polke da fanfara. La prima parte del
programma è tutto dedicato a famosi brani di Johann Strauss, Kaufmann
introduce il concerto con poche parole, interrompendosi, non è rilassato,
tossisce, ma subito si nota che il timbro è quello giusto per questo
repertorio, la sua voce affascina, è matura e sorniona, fa trapelare tutto
l’amore di Kaufmann per una Vienna al suo massimo splendore, scintillante ma
già un po’ decadentee, e gli si perdona che quasi sistematicamente la
tessitura si assottiglia troppo nel prendere le note più alte. Ma entra in
scena il soprano e Kaufmann sembra subito molto più a suo agio, canta
meglio, l’interpretazione a due lo diverte e rilassa, non porta tanto più
spesso la mano alla gola, come se intrepretare un personaggio non più da
solo gli faccia dimenticare se stesso e tutte le sue preoccupazioni.
Splendida, in particolare, la Willis-Sørensen nell’aria di Rosalinde “Klänge
der Heimat” da Il Pipistrello, in cui da prova di virtusosimo e esplosiva
vitalità. La seconda parte del concerto è invece dedicata alla Vienna di
compositori posteriori quali Franz Léhar, Robert Stolz, Emmerich Kálmán e
Rudolf Sieczynski, ed entrambi in cantanti si presentano in scena con abiti
moderni, Kaufmann in giacca e cravatta. Tecnicamante qui le parti
s’invertono, lei mostra qualche sbavatura, lui canta sempre meglio,
sfoderando tutta la sua innata musicalità e fluidità, con brani più intimi
che interpreta in modo incantevole con il viso e le movenze anche come
splendido attore, si trasforma nel mattatore indiscusso della serata.
L’atmosfera è un po’ da cabaret, dal gusto retrò, raffinata ed insieme
ironica e malinconica. Il concerto si conclude con Kaufmann che canta con
quella vera e propria dichiarazione d’amore a Vienna che è “Wien, du Stadt
meiner Träume” (Vienna, città dei miei sogni) del 1914 di Sieczynski, finale
entusiasmante, cui seguirà la piccola cascata di bis già detta.
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