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L'ape musicale, 17 Giugno 2015 |
di Pietro Gandetto |
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Konzert, Puccini, Teatro alla Scala, Milano, 14. Juni 2015
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L’incantesimo di Jonas |
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Tripudio di applausi per il recital di canto di Jonas Kaufmann al Teatro alla Scala: quaranta minuti di applausi inframmezzati da cinque bis. |
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MILANO, 14 giugno 2015 - “Sono un tenore, non fatemi fare solo il latin
lover”, aveva dichiarato in un’intervista Jonas Kaufmann qualche giorno
prima del suo attesissimo recital di canto al Teatro alla Scala il 14 giugno
2015. A mente lucida e a distanza di qualche ora da quello che abbiamo visto
domenica sera, verrebbe da pensare che, oltre che tenore e latin lover,
Jonas Kaufmann abbia anche qualche dote da mago, vista la reazione a dir
poco euforica del pubblico presente in sala che sembrava stregato dal tenore
tedesco. Proprio quel pubblico, colmo di fan di ogni età, per nulla
intimidito dall’intensa pioggia estiva di giugno, né dal suo recente forfait
per la Cavalleria Rusticana, l’ha accolto con un calorosissimo applauso,
mentre entrava in scena come una vera pop-icon in un palco impreziosito da
calle e rose bianche, passando fra gli strumentisti della Filarmonica della
Scala, diretta dal Maestro Jochen Rieder.
Il concerto pucciniano di
Jonas Kaufmann, che a quanto pare diventerà un film prodotto da Arts
Alliance e con la regia di Brian Large, è stata un’ulteriore conferma (se
mai ve ne fosse bisogno) del fatto che superJonas - icona del panorama
lirico internazionale, richiesto da tutti i maggiori teatri del mondo e
osannato dalle proprie groupie come una star del cinema - non è solo il
risultato di una buona operazione di marketing manageriale, ma un eccellente
professionista, dotato di una spiccata sensibilità artistica e di un grande
talento musicale.
Sicuramente complice di questo successo trionfale è
l’avvenenza fisica di Jonas Kaufmann. Consacrato da Anna Wintour nelle
pagine di Vogue America, che, da eroe wagneriano, lo ha trasformato in icona
sexy, il tenore tesco sa di piacere e si slaccia il cravattino dello smoking
a fine concerto, prima del bis "Nessun Dorma", in cui sbaglia la strofa e si
incarta, strappando il doppio degli applausi, perché è proprio li che il
teutonico tenore è apparso davvero umano.
Ma, comunque, tutto questo
poco conta. Il punto è che viviamo nella società dell’immagine, siamo
“viziati” da un ideale di bellezza tanto accattivante quanto effimero.
Quindi, se specialmente i giovani non riescono a farsi sedurre da un’idea
senza un minimo di aiuto visivo, ben vengano artisti moderni come Jonas
Kaufmann che, accanto alle indiscusse doti vocali, tramandano al pubblico
una nuova idea di “opera”, interpretando un passaggio generazionale in cui i
protagonisti del melodramma non sembrano più esseri sovrannaturali, ma anzi
raccolgono consensi come le star del cinema.
Venendo alla musica, il
fil rouge della serata è stato Puccini, sulle cui note Jonas Kaufmann ha
davvero fatto bene. A essere sinceri, va detto che il Nostro non ha molto
del tenore di “scuola Italiana”. Ma probabilmente anche in questo sta la sua
modernità e il suo talento: nel timbro, personalissimo, che alterna un
virile vigore baritonale a una brillante lucentezza tenorile; nella tecnica,
che non sembra sempre quella del “cantar sul fiato”, ma che è comunque
perfettamente funzionale alle caratteristiche della sua voce e al suo modo
di cantare, permettendogli di indagare e scavare la propria personalità
artistica, trovando sempre soluzioni appaganti, sotto il profilo sia vocale
sia interpretativo. In un continuo gioco di smorzature, piani e mezzevoci
alternati ad acuti squillanti e vigorosi, poggiati su un magnifico e
consapevole fraseggio.
Cinque bis, tra cui il bellissimo "Non ti
scordar di me" e il "Nessun dorma", che ha definitivamente fatto commuovere
le frange di pubblico più sensibile ai motivi nazional popolari italiani.
Una totale empatia tra il pubblico, immobile, nel non respirare, prima
dell’esplosione musicale e del conseguente e fragoroso scrosciare degli
applausi e dei ‘bravo’, ‘bravo’, ‘bravo’ ripetuti dal loggione alla platea.
Quanto a Puccini, riproposto dalle prime opere a quelle più mature, è
stato bello riuscire a godere dei titoli giovanili dell’autore senza
rapportarli necessariamente a quelli successivi, congliendone l’autentica
bellezza del messaggio musicale e teatrale, per poi lasciarsi andare al
Puccini più ‘maturo’. E Jonas Kaufmann è stato un alleato prezioso in questo
esercizio. Particolarmente riuscite "Orgia chimera dall’occhio vitreo", "E
lucevan le stelle", "Donna non vidi mai", ma anche l’aria della Fanciulla
del West. Una perfetta fusione emotiva e musicale tra la linea del canto e
quella dell’orchestra che ha saputo esaltare appieno la partitura pucciniana
alternando momenti di rara delicatezza espressiva ad altri di massimo impeto
e forza. Un elogio meritato alla sezione degli archi che ha regalato momenti
di pura magia nell’esecuzione degli intermezzi tratti dalle opere più
importanti della maturità pucciniana.
Insomma, una serata che non si
dimenticherà facilmente.
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