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L'Opera, Aprile 2011 |
Helmut Christian Mayer
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Massenet: Werther, Wiener Staatsoper, Januar 2011
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Soffri, bel giovane Werther
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Vienna: alla Staatsoper ripresa di Werther con un entusiasmante
Jonas Kaufmann |
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I
suoi piani sembrano venire dal nulla, sono meravigliosamente delicati e
nello stesso momento incantevoli: ma Jonas Kaufmann che canta per la prima
volta Werther alla Staatsoper di Vienna, nell'opera di Jules Massenet sa
farci entusiasmare ancora di più con le sfumature del suo timbro tenorile
dalle risonanze meravigliosamente baritonali.
È capace di emettere
acuti senza alcuna fatica ed è altrettanto capace, quando il ruolo lo
richiede, di cantare in maniera drammatica e coinvolgente. L'eccezionale
tenore tedesco dimostra con ciò di essere di casa non solo nei repertori
tedesco ed italiano, ma anche in quello francese. Anche la sua
interpretazione scenica di un poeta sognante, depresso, insicuro ed
assolutamente infelice si mostra credibile, comprensibile ed ideale.
Ideale è anche la sua partner, quella Charlotte da lui venerata oltre ogni
altra cosa e che contraccambia il suo amore solamente nel momento della
morte: Sophie Koch la canta con tutte le sfumature e con grande sensibilità.
Adrian Eröd è - come già alla prima di questa produzione, quasi sei anni
fa - un Albert dal timbro nobile, disegnato volutamente come cinico, freddo
e antipatico.
Ileana Tonca canta una cinguettante, infantile, Sophie.
Come Le Bailli, Janusz Monarcha è solido. I bambini della Scuola dell'Opera
cantano con vitalità ed allegria, il Coro è omogeneo.
Tutti se la
cavano abbastanza bene nella messinscena di Andrei Serban e
nell'allestimento di Peter Pabst. Può piacere o meno l'azione spostata negli
anni Cinquanta del secolo scorso con relativi costumi e mobili, con l'albero
enorme dominante la scena che attraverso le sue foglie rispecchia le
stagioni. In fondo ci siamo abituati. Sotto e dentro ad esso (poiché è
praticabile attraverso una passerella) si svolge il tragico dramma finale.
Il goccio d'amarezza di questa ripresa è costituito dal direttore
d'orchestra, poiché Frédéric Chaslin purtroppo non riesce a tener dietro
alla sensibilità dei cantanti: I'Orchestra della Staatsoper di Vienna, in
parte, suona di gran lunga in modo troppo grossolano e forte. È un peccato,
poiché i musicisti in fondo sarebbero concentrati e disposti benissimo, e ci
hanno fatto ascoltare anche momenti di grande bellezza sonora.
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