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Il Giornale della Musica,
14.8.2010 |
Stefano Jacini |
Beethoven: Fidelio, Luzern, 12. August 2010
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Il suono sontuoso di Abbado
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Un esemplare "Fidelio" in forma semiscenica inaugura il Festival di
Lucerna |
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Abbado non cessa mai di stupire. Il suo "Fidelio" in forma semi-stage, che
ieri ha inaugurato il Festival di Lucerna, grazie alla povertŕ della scena
ha svelato una inedita richezza drammaturgica in partitura, offrendo
tensioni, ruvidezze, slanci mai uditi. Esempio eclatante il coro dei
prigionieri, che sembra durare piů a lungo del consueto, tanto č generoso di
sorprese. Dal canto sussurrato ai pianissimi strumentali, alla pienezza di
un suono sontuoso. Oltre all'orchestra esemplare (la Mahler Chamber stavolta
in aggiunta alla Lucerne Festival), a tener man forte al direttore č stato
un cast di primissimo ordine. Difficile immaginare un insieme di voci di
questo livello, dalla Leonore di Nina Stemme alla Marzelline di Rachel
Harnish, dal Pizarro di Falk Struckmann (esemplare la sua perfidia) al Rocco
di Christof Fischesser. A loro si unisce il Florestano di Jonas Kaufmann, la
cui aria del secondo atto fa venire i brividi per intensitŕ.
La regia semi stage č firmata dalla berlinese Tatjana Gurbaca, che ha ideato
due fasce orizzontali di colore. In quella bassa un arancione caldo avvolge
l'orchestra, dove sono anche disseminati dei lumini (gli unici a rimanere
accesi negli stacchi di buio), in quella superiore dominano il grigio e il
bianco. Č qui che si svolge l'azione, fra i pastrani appesi dei detenuti che
servono anche a mascherare i leggii per i cantanti. I quali si spostano di
continuo, ma con estrema economia gestuale. Immersi nel chiarore, danno
quasi l'illusione di apparizioni fantasmatiche.
Su tutto questo sovrasta una enorme sfera di plastica, sulla quale talvolta
vengono proiettate immagini: il pianeta Terra, una candela, un occhio umano.
Alla fine sprigiona una luce gelida, intensa, poco solare, quasi
abbagliante. La simbologia non č diretta e alla fine la sfera risulta un
orpello ingombrante, che stona con l'equilibrio della realizzazione scenica.
L'impressione generale che se ne ricava a fine serata, sicuramente da
elencare fra i grandi exploit di Abbado, č di aver assistito a un intenso
oratorio laico (di questi tempi quasi un miracolo). Il pubblico ha risposto
con il calore delle grandi occasioni. Piů di un quarto d'ora di applausi con
standing ovation e un'insistita richiesta che al termine il direttore si
ripresentasse da solo a godersi la festa.
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