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Il Giornale, 18 novembre 2009 |
Elsa Airoldi |
Verdi: Messa da Requiem, Paris, Salle Pleyel, 15 novembre
2009
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Il Requiem di Verdi secondo Barenboim
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Alla Scala č tempo di bilanci e riassetti. Ma
anche dell’improvvisa disponibilitŕ di Lissner nei riguardi della figura del
direttore musicale. Nessuno ci credeva piů. Barenboim, stellare biglietto da
visita con la formula inedita di «maestro scaligero», nulla ha infatti a che
vedere con quella carica fondamentale al patrimonio qualitativo e
tradizionale dell’orchestra. Ruolo sin qui detenuto da illustri direttori
italiani. La scelta, che verrebbe formalizzata nel 2010, pare invece
guardare a una rosa di giovani stranieri. In particolare si fa il nome del
venezuelano Gustavo Dudamel, gradito, per differenti motivi, un po’ a tutti.
Sebbene venga proprio da dire: Dudamel come Abbado e Muti? Intanto la nostra
orchestra, nella duplice veste di Sinfonica Scala e Filarmonica, approda a
Parigi, nella mitica Salle Pleyel. La stessa che non manca mai nei curricula
dei grandi d’antan. L’auditorium inaugurato nel 1927 e poi variamente
decaduto e rinato dalle sue ceneri che adesso brilla nel fulgore «art déco
rivisitata» lungo la rue du Faubourg Saint-Honoré. Tra ovazioni
incontenibili e festeggiamenti per il compleanno del super-direttore i
nostri sono guidati il 15 da Daniel Barenboim (Requiem di Verdi). Mentre il
16 tocca a Pierre Boulez (tutto-Bartók con Maurizio Pollini al piano). Una
coppia di bacchette strepitosa e collaudata. Di recente, con il ciclo Mahler
varato dalla Staatskapelle Berlin, li abbiamo visti alternarsi anche sul
podio scaligero. Ora Barenboim riprende il programma parigino alla Scala:
stasera e venerdě. Stessa orchestra, stesso Coro (diretto da Bruno Casoni) e
stessi solisti, eccetto il basso (Barbara Frittoli magnifica e un po’
affaticata, Sonia Ganassi, Jonas Kaufmann superbo con qualche attacco
incerto, Renč Pepe). Con il Requiem verdiano il «maestro scaligero» e la
Filarmonica propongono finalmente la grande Messa che nel novembre 2007 era
stata annullata causa sciopero. Ed era saltata anche nella cattedrale di
Parma dove avrebbe dovuto chiudere le celebrazioni toscaniniane. In cambio
Barenboim ha portato il titolo a Berlino, Tel Aviv, Roma...
Il lavoro di Verdi č stato piů volte al Piermarini nell’Ottocento ed č
presentato al Novecento da Arturo Toscanini. Seguono tutte le bacchetta che
hanno fatto la storia della direzione d’orchestra. Da De Sabata a Gui, da
Serafin a Votto, da Karajan a Abbado. Nell’86 incontriamo un Lorin Maazel
(che di recente riprende il titolo a Sant’Ambrogio). Quindi la partitura
diventa un feudo incontrastato di Riccardo Muti, che ne smorza la chiara
matrice drammatica nei colori di una profonda e metafisica pietŕ.
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