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Milano Finanza, 25/10/2006 |
Giuseppe Pennisi |
Berlioz: La damnation de Faust, Accademia Nazionale di
Santa Cecilia, Roma, 21 Ottobre 2006
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Faust senza redenzione
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Teatri In scena a Roma l'opera
di Berlioz tratta dal dramma di Goethe.
Pappano fornisce una lettura monumentale della partitura Buona prova per il
coro dei bambini. Spicca Jonas Kaufmann |
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L'Accademia di Santa Cecilia ha inaugurato la
stagione 2006-2007 con La damnation de Faust di Hector Berlioz. Si tratta di
un'opera che viene eseguita raramente a causa dell'imponente organico
orchestrale e del doppio coro (di cui uno di voci bianche) che richiede,
nonché delle difficoltà vocali che impone ai tre protagonisti. Dopo una
prima rappresentazione disastrosa alla Salle Favart di Parigi nel 1846,
Berlioz in pratica rinunciò a vederla eseguita sia in scena sia in forma di
concerto. Il successo le arrise solo 30 anni più tardi quando entrò
gradualmente nei programmi di complessi sinfonici e teatri. A Roma, dove
mancava da oltre dieci anni, le repliche terminano stasera, ma l'opera si
potrà ascoltare tra qualche mese a Parma e a Verona. Dei numerosi lavori
musicali ispirati dal Faust di Goethe, quello di Berlioz (il cui testo è
frutto di una collaborazione con il poeta Gérald de Nerval, differisce dagli
altri per vari motivi. In primo luogo, Faust non viene redento (e assolto)
ma il patto con il diavolo lo porta diritto all'inferno. In secondo luogo,
il patto viene concluso non a causa delle pulsioni contrastanti nell'animo
del protagonista ma per la noia proto-esistenziale che lo porta a sedurre
Margherita e a fare di lei un'assassina. Non viene seguita, poi, una vicenda
lineare ma, ipotizzando che l'ascoltatore già conosca la trama, si
susseguono 19 rapide scene.
Al Parco della Musica di Roma Antonio Pappano fornisce una lettura
monumentale della partitura con una visione scultorea dei tre protagonisti,
assecondato da un'orchestra in cui ciascun musicista suona come se fosse un
solista. I due cori sono in grande forma (notevole quello dell'Accademia
guidato da Norbart Balatsch, e sorprendente quello di bambini diretto da
José Maria Sciutto). Tra i protagonisti spicca il giovane Jonas Kaufmann
la cui tessitura spazia da tenero lirico nelle prime scene a baritenore
nell'ultima parte; perfetta la sua dizione francese. La dizione, invece,
è una difficoltà sia per Vesselina Kasarova, una Margherita appassionata,
sensuale e dolce, sia per Erwin Schrott, che interpreta un Mefistofele dal
timbro morbido, suadente e seducente ma non sufficientemente diabolico.
(riproduzione riservata) |
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