Musica, Dezember 2010
Stephen Hastings
 
Jonas Kaufmann - Verismo Arias *****
 

Il Verismo talvolta c'entra poco specialmente con l'aria dai Lituani di Ponchielli, che trae ispirazione da una poetica decisamente verdiana - ma la verità espressiva raggiunta da Kaufmann in queste diciassette pagine suscita rispetto ed entusiasmo. Il tenore monacense fraseggia da vero musicista, con un senso vivissimo della parola scenica e con un'attenzione maniacale (ma mai manierata) delle dinamiche d'autore. Così riesce a farci sorprendere dalla bellezza di pagine stranote e semisconosciute, superando in alcuni casi - grazie al sostegno fantasioso e smaltato di Pappano e dell'orchestra romana - le migliori incisioni del Novecento. Così avviene in un « dolcissima effigie » di Maurizio di Sassonia finalmente degno della sensibilità poetica di Cilea, mentre il Romeo di Zandonai guarda in faccia la morte con un'umanità non più oscurata dal turgore di una vocalità muscolosa. E il Faust di Boito ci conquista non solo per il melodismo grazioso ma anche per una concentrazione filosofica degna delle parole. E si rimane meravigliati dalla semplicità con cui Kaufmann libera l'Improvviso di Chénier dai bolsi automatismi degli orecchianti, facendoci riflettere sul significato di ogni frase.

Il disco mette in evidenza i pregi musicali del tenore e tende a nasconderne i limiti vocali; quella mancanza di brillantezza e di riflessi dorati causata da un'emissione talvolta ingolata. Anche davanti al microfono comunque Kaufmann conquista meno nelle pagine intrise di luce: il Brindisi di Turiddu appare poco spumeggiante e l'ariosità di « Cielo e mar » non è proprio quella della laguna veneziana, anche a causa di un'eccessiva parsimonia nel dosaggio dei portamenti. Delude pure «Amor ti vieta», che sembra ricalcare la genericità di Domingo. Mentre nel duetto finale da Andrea Chénier Kaufmann meriterebbe una partner più salda e raffinata di EvaMaria Westbroek. In tutte le altre pagine - che comprendono una pregevole aria da salotto di Refice, « Ombra di nube »-il tenore appare in totale sintonia con la musica interpretata e capace di far sembrare attualissimi i modi di sentire di centoventi anni fa.

 






 
 
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