giornale della musica, gennaio 2013
Maurizio Corbella
 
Nella Tosca di Angela Gheorghiu è Kaufmann a brillare
 
In dvd la produzione dell'opera pucciniana della Royal Opera House
 
Finalmente la "sua" Tosca: Angela Gheorghiu non ha dubbi nel presentare alla Feltrinelli di Milano la nuova uscita Emi, il dvd registrato dal vivo lo scorso anno alla Royal Opera House con un cast stellare: accanto a lei Jonas Kaufmann (Cavaradossi) e Bryn Terfel (Scarpia), sul podio Antonio Pappano. L'allestimento risale in realty al 2006, firma-to da Jonathan Kent e cucito intorno alla diva rumena. Da allora al Covent Garden si sono succeduti vari cast che a fasi alterne hanno anche ospitato Kaufmann e Terfel, anche se mai il trio aveva calcato contemporaneamente la scena lino alle ultime repliche, trasmesse nei circuiti cinematografici. "Per questa registrazione ho voluto la migliore squadra possibile nei nostri tempi: la migliore orchestra, il miglior direttore e i migliori cantanti" spiega la Gheorghiu. D'altra parte si tratta della produzione chiamata a sostituire a Londra una squadra a dir poco leggendaria: quella di Zeffirelli del 1964 con Maria Callas, Renato Cioni e Tito Gobbi, allestimento rimasto in cartellone per quarantadue anni.

A dire il vero la regia di Kent, per quanto funzionale alla sta tura del cast, si mantiene su toni piuttosto spenti, che richiamano con poca personality da una parte l'ingombrante predecessore, dall'altra il film di Jacquot Benoit del 2001, in cui la Gheorghiu aveva esordito nel ruolo pucciniano a fianco del marito Roberto Alagna e di Ruggero Raimondi, ancora diretta da Pappano. Quest'ultimo si muove con naturalezza nelle pieghe della partitura, padroneggiando la tavolozza dei colon pucciniani e gestendo i respiri e le arcate dinamiche con grande acume drammatico. In una tessitura cosi ben collaudata le tre voci aggiungono tutto it loro talento e physique du role alla buona riuscita dell'insieme. Terfel e colui che meglio interiorizza it proprio personaggio, dando vita ad uno Scarpia che cela dietro alla sua presenza statuaria ma non monolitica (e perfetta per i primi piani cinematografici) un temperamento instabile e logorato dall'insana passione che lo possiede. L'interpretazione della Gheorghiu, dal canto suo, per quanto impeccabile tecnicamente, risulta talora affettata: ne fanno le spese la sfumature piu dolci del primo atto e in parte anche it pur notevole "Vissi d'arte", che incappano qua e la in un auto-compiacimento superfluo. Funzionano meglio le sue scelte interpretative nei momenti di isterica violenza del secondo atto. Kaufmann si pone invece sul crinale opposto, cercando (e trovando) una pulizia essenziale nel gesto, tutta proiettata verso l'intensita lirica del suo Cavaradossi, che regala con "E lucean le stelle" it momento più sublime dell'intera opera.
 
 
 






 
 
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