Classic voice, November 2009
 
 
Jonas Kaufmann - Sehnsucht

Ne è passata, di acqua sotto i ponti, da quando nel '97 Kaufmann comparve nel cast del Così fan tutte che Strehler volle come inaugurazione del suo nuovo Piccolo Teatro, lavorandovi poche settimane ma non riuscendo a vederne la conclusione. La voce di Kaufmann è adesso più solida, morbida, flessibíle nelle escursioni dinamiche, quindi in definitiva persino più bella della bruna meraviglia che già era allora: ma l'attenzione al fraseggio, al colorito da imprimere ad ogni sillaba in vista della pregnanza teatrale da conferire alla parola, c'erano già. Mi ricordo d'una prova sovrintesa da Walter Berry in palco scenico: dopo l'Aura amorosa, disse "non è ancora un grande Mozart, troppo giovane. Però c'è già Mozart". Se devo essere sincero, l'aria di Tamino - ma in misura minore anche la scena con l'Oratore - è ancora al di qua d'un grande Mozart: disomogenea la linea, duro il passaggio, tirate le note superiori, la fatica impedisce l'accento. Ma tutto il resto. è oro colato.

Il bellissimo colore scuro, unito all'emissione tutta sul fiato e quindi morbida, produce un impato sonoro che conferisce tratti peculiari a Lohengrin e Parsifal: il resto (sull'orchestra trasparente, vibrante, mobilissima, che accoglie ogni sfumatura accentale e la rimanda suggerendone di continuo delle nuove: sempre stato eccelso accompagnatore Abbado), lo fanno la fantasia e l'intelligenza dell'interprete. E dell'interprete di teatro, aggiungo: Di quelli cioè che anche nel minuscolo frammento ti fanno percepire la totalità dei personaggio. La disperazione ma anche, sotto sotto, quella sensualità che tiene Florestano ancorato alla vita. L'impeto araldico di Fierrabras. La dolcezza dello schubertiano Alfonso. Nel breve arco di uno o due frammenti, ciascuno ha voce e fisionomia diversa: grande cantante, grandissimo artista.

 






 
 
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