Voce di rilievo dell'attuale panorama internazionale, Jonas Kaufmann si
conferma artista di spicco, per la capacità di riportare l'eccellenza vocale
alle esigenze drammatiche.
In questo caso si
cimenta con il repertorio tedesco.
Si ascoltano: «In fermen Land» e
«Mein lieber Schwan!» dal Lohengrin, «Das Bildins ist bezaubend» e «Die
Weisheitslehre dieser Knaben... Wie stark ist nicht» dalla Zauberflöte, «Was
quälst du mich» da Fierrabras e «Schon wenn es beginnt» da Alfonso und
Estrella, «Gott! Welch Dunkel hier!» dal Fidelio, «Winterstürme wichen dem
Wonnemond» da Die Walküre, «Amfortas!-
Die
Wunde! » e «Nur eine Waffe taugt» dal Parsifal.
Pagine notissime si
mescolano ad altre meno famose. Bisognerà però osservare che la presenza dei
brani del Parsifal, dell'intera scena tra Tamino e lo Sprecher, ma anche la
scelta di eseguire per intero la sortita (Wagner ci perdoni) di Lohengrin,
con «O Else! Nur ein Jahr», indicano la volontà, sorretta dalla
autorevolezza di una potente bacchetta, quella di Abbado, di fare di un
recital qualcosa di più che non la mera esibizione della voce, ma di
offrire, per quanto possibile, le schegge di un personaggio e le tessere di
un mondo e di una vocalità, quella dell'opera tedesca dal romanticismo
schubertiano al decadentismo wagneriano.
Si dovrà precisare
infine che il frammento di Die Walküre, poco più di tre minuti, è presentato
nella versione originale. Jonas Kaufmann porta in dote a questo repertorio
il dono di un timbro riconoscibile tra mille. La prima ottava è scura,
baritonale, anche se i suoni hanno sempre dentro una schiettezza tenorile,
ma di una tenorilità robusta. Si aggiunge una seconda ottava più chiara,
sfogata, che basta alla tessitura dei brani affrontati. Pur tuttavia - lo
noti nelle battute conclusive di «In fermen Land» - il la acuto non ha
squillo argentino.
Alla voce Kaufmann
aggiunge l'abilità di un canto che conosce l'arte dell'appoggio sul fiato e
del legato così che può cantare Wagner con cognizione di causa e risultare
di gran lunga superiore a tutti quegli specialisti che devono ripiegare su
di un accidentato Sprechgesang, per nascondere le magagne della loro
deficitaria organizzazione tecnica. La riprova della bontà del suo metodo ci
viene offerta dalla rotondità della linea della «Bildnis Arie», che viene
scolpita con elegante virilità, mentre Kaufmann ci dimostra sul campo perché
Tamino sia il prodromo naturale di Lohengrin. Quest'ultimo conosce lo
stupore di un affascinante canto a fior di labbro, là dove l'eroe saluta il
Cigno. Kaufmann realizza il magico stupore che deve vibrare in «Mein lieber
Schwann! », evitando però di abbandonarsi alle mezzevoci tipiche dei tenori
di scuola italiana dell'inizio secolo, di per sé suggestive ma estranee allo
stile di Wagner.
Kaufmann trova nel
suo timbro le tinte di quel magico stupore che gli archi ci fanno ascoltare
in orchestra. I passi più drammatici sono giustamente messi in rilievo, non
senza una pertinente magniloquenza nell'attacco di «In fermen land».
Alla sapienza del
canto, che dà pieno sfogo al lirismo di Parsifal e a quello di Siegmund, il
tenore tedesco aggiunge il talento di un'artista che va al cuore di ogni
pagina e la serve con un fraseggio sempre vivo, il cui esempio migliore può
essere costituito dalla scena di Florestano dal Fidelio. Al di là
dell'osservare come Kaufmann supera agevolmente anche gli scogli di una
vocalità mal scritta (in taluni passi quasi ineseguibile), colpisce la
virile consapevolezza conferita all'eroe beethoveniano. Nel suo canto fonde
il lirismo di Wunderlich e la spinta drammatica di Vickers, di cui ci sembra
ereditare il repertorio, configurandosi come il più autorevole tenore
drammatico dei nostri giorni.
Osserveremo che
ancora una volta - gli esempi sono molteplici - Claudio Abbado si dimostra
eccellente anche in un genere difficile come quello del recital. La sua
presenza contribuisce alla scelta determinante dei pezzi, ma soprattutto ad
un'esecuzione dove la bacchetta e l'orchestra non sono relegate nella
funzione di contorno e di cornice.
Le registrazioni, pur nello
spazio limitato di un pezzo, restituiscono al brano scelto tutta la forza e
l'importanza che esso rivestirebbe all'interno di un'esecuzione integrale.
Concorrono al felice risultato la Mahler Chamber Orchestra e il Coro del
Teatro Regio di Parma, preparato da Marco Finucci. Incisione allo stato
dell'arte.
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