Musica, Februar 2010
Giuseppe Rossi
 
Jonas Kaufmann - "Sehnsucht"

La copertina ce lo presenta incastonato nel paesaggio del Wanderer über dem Nebelmeer di Friedrich a suggerire l'immagine di eroe romantico e bel tenebroso che Jonas Kaufmann vuole assumere in questo recital di pagine da opere tedesche registrato in studio a Parma nel dicembre del 2008. Un programma più omogeneo e interessante di quello assai generico che il tenore aveva messo insieme nel suo primo CD per Decca. In questo caso poi la cornice è addirittura lussuosa, coinvolgendo niente meno che Claudio Abbado, di quando in quando invogliato ad accompagnare antologie di pezzi d'opera. Non avendo mai ascoltato Kaufmann in teatro mi è difficile esprimere un giudizio sulla reale consistenza della sua voce e devo limitare queste osservazioni a quanto è stato captato dai microfoni. A dispetto del timbro piuttosto scuro non direi che si tratti di un autentico tenore drammatico e tanto meno di un Heldentenor. La voce è bella nei centri anche se tende a scolorirsi nel canto a mezza voce e a indurirsi nella zona del passaggio e nel registro acuto, che non sembra particolarmente facile ed esteso. In puri termini di vocalità la sua prova non è esente da mende come dimostrano certi suoni faticosi o decisamente brutti del suo Taurino, delle arie di Fierrabras e di Alfonso e della terribile scena di Florestan. Per contro non mancano pregi individuabili nell'intenzione di variare le dinamiche, assicurare nitore alla dizione e colorire espressivamente l'accento, insomma di creare dei veri personaggi teatrali. In generale Kaufmann si dimostra più convincente in Wagner, anche se non so come abbia retto in teatro il suo Lohengrin e tanto meno come reggeranno in futuro il suo Siegmund o il suo Parsifal, qui il personaggio più centrato. In questi estratti però la volontà nel canto declamato di assicurare mobilità al fraseggio e di conferire il giusto peso espressivo alle parole conosce effetti suggestivi e talvolta davvero poetici. Michael Volle è un dignitoso Sprecher nella scena dalla Zauberflöte e Margarete Joswig canta il brevissimo intervento di Kundry. Abbado asseconda il giovane divo con amorosa discrezione assicurando alla parte orchestrale un nitore impeccabile e un colore sontuoso, anche se l'orchestra sembra talvolta troppo sotto-messa alla voce e si nota una generale carenza di slancio e mordente teatrale.






 
 
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