Con la nascita del dvd, l'ascolto discografico si trasforma. Sistemata
la poltrona davanti alla televisione, possiamo crederci a Bayreuth: la
cittadina in cui la banalità registica di Richard Jones trasferisce il
"suo" Lohengrin stile 1930. Nessuna allusione politica: sfuggendo al
mito, una data vale l'altra. In quest'epoca (incongrua), il malvagio
Telramund consegna all'Imperatore il poster del principino scomparso, e
qui il messo del Monsalvat (in jeans e maglietta) accorre a salvare la
virtuosa Elsa. Non mancano, ovviamente, i simboli autobiografici:
l'architetto di fiducia progetta Wahnfried (modestamente ammobiliata
all'Ikea!) mentre Elsa aiuta a stendere la calce. Particolari, certo,
come i bottoni d'argento sul costume bavarese indossato da Lohengrin per
le nozze. Comunque, segnali grotteschi di una regia priva di rapporto
con la pregevole esecuzione musicale di Kent Nagano, dell'orchestra e
della compagnia di canto, scelta fra i migliori elementi del nostro
tempo. In primo luogo il protagonista, Jonas Kaufmann,
abbigliato da hippy, garantisce la nobiltà del personaggio con la
sontuosità vocale e la raffinata interiorità (si ascolti, nel famoso
racconto, il magistrale crescendo, dalla mistica visione all'orgogliosa
rivendicazione dell'eletta stirpe). Al suo fianco Anja Harteros
è un'Elsa dal sonoro timbro, più appassionata che candida. Suggestiva la
tenebrosa coppia (Wolfang Koch e Michaela Schuster, ariana bionda) e,
infine, regale quanto occorre la prestazione di Christof Fischesser
(deutscher König). Tutto da ascoltare, a occhi chiusi!
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