Amadeus, Gennaio 2014
Giovanni Gavazzeni
 
The Best of Jonas Kaufmann
 

Il richiamo del grande artista, e Jonas Kaufmann lo è a pieno titolo, si avverte anche dalla ristampa del suo primo disco non molto tempo dopo la sua uscita. In questo cd vengono mescolate alcune fortunate arie di Verdi e Puccini al altre della Giovane scuola italiana (il cosiddetto "Verismo") e del periodo pre e post romantico tedesco, già registrate con l'accompagnamento di Antonio Pappano e Claudio Abbado. Risentire la voce di Kaufmann in alcune sempiterne melodie verdiane e pucciniane (assai ben accompagnate da Marco Armiliato) è un'esperienza quanto meno emozionante, anche perché il timbro, prima di tanti Wagner, indimenticabili ma pesanti, era ancora più lucente e smaltato. Ma stilare graduatorie con un artista che spazia nel tempo e si trova a meraviglia nel repertorio italiano, francese, inglese (Oberon) — per non parlare della madrelingua tedesca — è cosa inutile. Dobbiamo ripetere quanto scritto per il suo ultimo recital alla Scala: l'arte canora di Kaufmann, con un legato superbo e una delicatezza di sfumature dinamiche da fuoriclasse, è uno dei rari casi dove una voce moderna sorpassa anche i più illustri esempi del passato prossimo e remoto. Sia Verdi o Puccini, Mozart o Strauss, Gounod o Massenet, Wagner o Weber, in seno al suo canto non è difficile spargere lacrime vere. La chiusa è una sola: scritturate, o voi reggitori teatrali soprattutto italiani, Jonas Kaufmann, e sul botteghino comparirà sempre la scritta magica "Tutto esaurito". Altrimenti sarà un altro motivo per "emigrare" a Londra, Vienna. Monaco, New York, dove è il Numero Uno.

 

 






 
 
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