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adnkronos, 15/06/2020 |
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Esce per Sony 'Otello' con Kaufmann e Pappano
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Esce per la Sony Classical eseguito
dall'Orchestra e dal Coro dell'Accademia di Santa Cecilia
Una novità discografica attesa. L''Otello' di Verdi interpretato da Jonas
Kaufmann e diretto da Antonio Pappano alla guida di Orchestra e Coro di
Santa Cecilia è uscito per l'etichetta Sony Classical. Una nuova lettura
"che si può fare solo con Kaufmann perché quando sei alle prese con un
titolo iconico come 'Otello' devi creare una nuova interpretazione senza
paura di entrare in una specie di discussione con i capolavori per dare loro
vita", dice Pappano durante la presentazione in streaming cui hanno
partecipato più di cento giornalisti da tutto il mondo e durante la quale è
stato trasmesso un omaggio del Coro della fondazione che, negli ultimi
giorni del lockdown, ha realizzato in remoto un video, con la direzione di
Pappano, che mostra i 56 artisti del Coro che intonano 'Fuoco di gioia',
tratto dal I atto del capolavoro verdiano, che si alternano alle riprese di
backstage durante la registrazione dell’opera all'Auditorium Parco della
Musica di Roma.
"E' un ruolo complesso - dice Kaufmann che ha
debuttato in Otello al Covent Garden proprio con Pappano nel 2017 - pieno di
emozioni difficili da restituire durante una registrazione discografica
perché non si registra eseguendo l'opera dall'inizio alla fine, ma saltando
da un punto all'altro in base alla disponibilità del cast. Pappano ci ha
sempre caricati di energia, ci ha aiutati moltissimo a trasmettere quelle
emozioni". Nel cast, accanto a Kaufmann, il soprano Federica Lombardi nel
ruolo di Desdemona, il baritono Carlos Álvarez in quello di Jago e Virginie
Verrez (Emilia), Liparit Avetisyan (Cassio), Carlo Bosi (Roderigo), Riccardo
Fassi (Lodovico), Fabrizio Beggi (Montano) e Gian Paolo Fiocchi (Un araldo).
"Serve un'esperienza notevole per mantenere il filo conduttore e la
fluidità narrativa dell'opera in sala di registrazione", ammette Pappano che
'Otello' l'ha diretto diverse volte, anche con Placido Domingo in un gala in
cui eseguiva solo il IV atto. "Credo che ogni interpretazione sia sempre
diversa dalla precedente - sottolinea il tenore tedesco parlando un italiano
impeccabile - perché si adatta allo stato mentale e forse anche fisico
dell'interprete: ogni sera è diversa perché noi interpreti siamo diversi e
vediamo le stesse cose in maniera differente. Verdi con 'Otello' ha creato
ha creato qualcosa di speciale. Un personaggio attualissimo - sottolinea
Kaufmann - uno straniero che in fondo è un guerrieri, un eroe, arrivato a
sposare Desdemona, donna bianca e purissima, solo perché ha vinto diverse
battaglie combattendo per la Repubblica di Venezia. Questo successo gli
consente di entrare a far parte di una società che lo vede però sempre come
uno straniero".
Per Kaufmann proprio il suo "essere un guerriero alla
fine lo mette davanti a un bivio: restare vivo con Desdemona coperto di
disonore oppure ucciderla e morire con lei salvando l'onore. Ed è proprio la
morte di Otello nel finale che ci fa piangere, uno dei pochi momenti di
grande dolcezza dell'opera, e che in qualche modo lo riscatta dall'essere un
assassino".
La nuova edizione dell'opera si contraddistingue per lo
straordinario equilibrio del cast. "Kaufmann - spiega Pappano - era il punto
di partenza di questo progetto. Serviva trovare gli artisti giusti per
esprimere tutto quello che, a mio parere, c'è in questa partitura. E
l'orchestra ha capito immediatamente la drammaturgia e la vocalità a volte
strana e difficile di quest'opera, perché i musicisti italiani hanno nel
loro dna il melodramma e la capacità di crescere nell'intelligenza emotiva,
un dono prezioso degli artisti".
Kaufmann, che è anche un grande
interprete wagneriano, spiega che in Verdi "c'è una forte componente
emozionale che invece manca a gran parte della produzione del compositore
tedesco, musicalmente sempre perfetto, ma più spesso epico e poco
emozionale. Certo - ammette - il terzo atto del 'Tristano e Isotta' è
diverso, c'è un forte contenuto emozionale che ne complica l'esecuzione
perché è difficilissimo per un interprete che ha già cantato il primo atto,
che ha superato lo sterminato e impegnativo duetto d'amore del secondo atto
e che si ritrova ad affrontare le infinite trappole esecutive del terzo atto
quando è già stanchissimo". E sui suoi riferimenti alla tradizione
interpretativa di 'Otello', Kaufmann chiosa: "Francesco Tamagno, il primo
interprete del ruolo, non è tra quelli che mi sono piaciuti di più. Il mio
rammarico - conclude - è che non l'abbia mai cantato Franco Corelli".
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